lunedì 12 dicembre 2011

Le fonti alternative non rinnovabili

A fare da elemento di disturbo nel gioco delle parti fra irocarburi e le fonti rinnovabili, ci sono altre due fonti alternative non rinnovabili:

·         Il carbone → Il carbone ha una quantità di riserve molto superiore a quelle del petrolio e del gas naturale. Agli attuali consumi e prezzi e con le conoscenze attualmente possedute circa i siti minerari esistenti, c'è carbone ancora per 160 anni circa. Pur essendo il carbone la fonte energetica più inquinante, a causa della produzione elevata di anidride carbonica e solforosa, lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni, permette di considerare ormai aperta la strada verso il carbone pulito. La tecnica è quella della gassificazione integrata a ciclo combinato (IGCC), che permette di convertire il carbone in carburante pulito prima della combustione, riducendo fortemente l'anidride solforosa, presente normalmente nelle emissioni gassose di ossidi di azoto, il particolato e l'anidride carbonica. Due altri vantaggi competitivi del carbone rispetto alle fonti petrolifere sono: il suo minore costo e la sua distribuzione geografica più ampia.

·         L'uranio → E' una fonte non rinnovabile che ha a che fare con le centrali nucleari. Dopo gli entusiasmi giovanili degli anni Sessanta, quando la maggiorparte degli Stati industriali, compresa l'Italia, iniziarono una corsa sfrenata alla costruzione di centrali, a partire dalla fine degli anni Ottanta, ci fu un rallentamento. La causa principale fu l'indcidente di Chernobyl in Ucraina il 28 aprile 1987, quando il reattore della centrale locale si incendiò liberando una nube tossica che colpì buona parte dellìEuropa orientale. Da oltre vent'anni l'incidenza percentuale dell'energia nucleare sui consumi mondiali di energia è bloccata intorno al 6%.

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