domenica 11 dicembre 2011

Per chi volesse saperne di più...

Dopo aver analizzato che cos'è il vento, come lo si potrebbe utilizzare per produrre energia e le critiche mosse a riguardo, vediamo che risposta da Alessio Battistella, architetto e autore del libro “Trasformare il paesaggio. Energia eolica e nuova estetica del territorio” alle tre questioni accennate nel primo post:

  • Impatto acustico ed elettromagnetico → “I costanti progressi tecnologici che hanno visto una grande evoluzione sia nei singoli componenti delle turbine che nel loro assemblaggio, nonché l'insonorizzazione della navicella contenente alcuni degli elementi fonte di rumore, fanno sì che oggi l'impatto acustico sia tollerabile. Una turbina produce a una distanza di 200 metri un rumore di 40-50 dB, perfettamente assimilabile al rumore di fondo di una zona ventosa. Per quanto riguarda l'impatto elettromagnetico, è limitato a zone estremamente circoscritte e riguarda essenzialmente l'interferenza con onde radio. La produzione di energia avviene, infatti, a tensioni limitate a conferma del basso livello di inquinamento elettromagnetico disperso nell'ambiente. Le turbine sono comunque schermate per limitare tale forma di inquinamento.”
  • Collisioni con gli uccelli → “L'interazione con l'avifauna stanziale e migratoria è dimostrata dalle collisioni degli uccelli con le turbine verificatesi in più parti del mondo. E' chiaro che si tratta di uno di quei problemi che è necessario studiare caso per caso escludendo dalla possibile installazione di un nuovo impianto le aree particolarmente sensibili al normale svolgimento della vita dell'avifauna. E' possibile contribuire anche attraverso puntuali accorgimenti a risolvere il problema delle collisioni con gli uccelli, come segnalare adeguatamente la presenza delle turbine, creare aree cuscinetto tra un gruppo di turbine e l'altro per permettere il passaggio degli uccelli o sospendere l'attività delle centrali durante il periodo delle migrazioni.”
  • Il paesaggio → “L'impatto paesaggistico rimane uno degli ostacoli più grandi da superare visto il grande patrimonio storico, artistico e naturale presente in Italia, che a detta di alcuni renderebbe inadeguata l'installazione delle centrali eoliche. Vi sono due approcci ai quali possiamo riferirci nel caso dell'inserimento di un impianto eolico: quello che valuta la qualità in funzione delle presenze storiche e quello che misura la qualità in funzione delle scene visive all'interno dell'area oggetto di studio. Per quanto riguarda il secondo approccio, possiamo operare un'ulteriore suddivisione: i metodi studiati in funzione di scelte di pianificazione (in cui si valuta il paesaggio in quanto tale) e i metodi studiati appositamente per la valutazione dell'impianto (in cui si valuta il paesaggio in funzione delle alterazioni che può provocare un nuovo intervento). Per quanto riguarda, invece, il primo approccio, il paesaggio viene inteso come costruzione formale di un'ambiente di cui è possibile riconoscere tracce storicamente definite. Il paesaggio, quindi, si compone di precise tipologie e modalità di antropizzazione del territorio derivanti dalla stratificazione nel tempo delle economie e società che hanno vissuto in quei luoghi e che ne hanno stabilito la qualità. E' possibile, quindi, valutare nelle differenti epoche il grado di permanenza dei tipi ancora riconoscibili sul territorio, stabilendone le priorità di tutela. Ciò consente in una prima approssimazione, una stima della sensibilità del paesaggio che si va a pianificare: più i segni delle tipologie saranno forti e strutturanti il luogo, più questo andrà preservato. Il punto sarà valutare quanto un'ipotetico nuovo intervento inciderà sul mantenimento degli elementi tipologici del paesaggio in esame. Le fasi di questo metodo possono essere così sintetitzzate:
  1. Definizione delle strutture storiche e delle unità tipologiche del paesaggio nell'area di studio.
  2. Classificazione delle unità in base al grado di permanenza e di trasformazione e individuazione del loro grado di sensibilità.
  3. Valutazione della compatibilità del progetto proposto in relazione al grado di sensibilità suddetto e definizione delle eventuali misure correttive.”

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